giovedì 6 marzo 2014

Più votato dai social - intervista a Silvia Devitofrancesco

Il concorso "Frecce d'inchiostro per S.Valentino" si è concluso da poco, con un successo inaspettato. In tantissimi avete partecipato, votato, condiviso, festeggiato i vincitori. A brevissimo verrà rilasciata l'antologia in premio, con  lavori dei cinque poeti, narratori, fotografi e disegnatori ritenuti migliori per votazione popolare e della giuria di qualità.

In questo contesto impossibile non citare gli autori che nella votazione social hanno addirittura spopolato!
A furor di popolo, e di voti, ho il piacere di presentarvi Silvia Devitofrancesco!




Salve a tutti! Parliamo oggi con la nostra Silvia Devitofrancesco, che ha partecipato al concorso “Frecce d'inchiostro per S.Valentino” con un racconto breve. Iniziamo con qualche domanda di rito. Innanzitutto, come hai conosciuto Magla ed il concorso? 


Silvia: Salve a tutti. Ho conosciuto Maglia e di conseguenza il concorso navigando su facebook, vedendo nell’elenco “pagine che potrebbe interessarti”


Descriviti in tre parole:

S: Luce, penna e rosso

Silvia, il tuo racconto “L'importanza della parola amore” è risultato il più votato tramite social, con ben 111 voti. Cosa ti ha ispirato a scrivere questo racconto? 

S: Dopo aver letto il vostro bando ho pensato a un racconto nel quale si immedesimassero tutte quelle donne che san Valentino non lo festeggiano. Il mio intento era mostrare al mondo una faccia diversa del s. Valentino, non i soliti fiori e cioccolatini, ma anche la riflessione e il ricordo di un amore che è stato e, quindi, di un san Valentino a suo tempo “festeggiato”. Ho pensato a me stessa che per principio non festeggio questa ricorrenza!

Lo dedichi a qualcuno in particolare?

S: Non si dice ahah no, a parte gli scherzi, scindo sempre i due ambiti. Nei miei testi cerco di non parlare quasi mai di me in maniera diretta, al massimo ne lascio traccia tra le righe, attraverso i comportamenti o i pensieri dei personaggi, ma le mie vicende personali non sono mai protagoniste dei miei lavori. La scrittura è un altrove!

Come hai giudicato l'esperienza del concorso? Parteciperesti ancora?

S: E’ stata una bella esperienza. Amo i concorsi, perché donano la voglia di mettersi in gioco e di confrontarsi con gli altri. Li trovo estremamente costruttivi e, in un certo senso, didattici, poiché permettono anche di conoscere stili di scrittura completamente diversi dal proprio, aprono nuovi orizzonti, permettono di vedere uno stesso motivo narrativo da un diverso punto di vista. Certo, occorre un grande sentimento sportivo, la sconfitta può esserci, ma deve costituire uno spunto per ripartire e per ritentare, quindi sì sicuramente parteciperei nuovamente.

Completa la frase: scrivere per te è... ? 

S: Vita. Senza la scrittura mi sentirei incompleta, smarrita. La scrittura mi ha aiutata a rapportarmi col mondo, a conoscere nuove persone eliminando la timidezza che costruiva per me un vero e proprio blocco. Inoltre scrivere è sinonimo di emozione, poiché qualunque testo lascia qualcosa nel lettore e nello scrittore. Considero scopo primario della scrittura proprio quello di emozionare il lettore e lo scrittore ne costituisce un semplice tramite.

Ringraziamo Silvia per essere stata con noi, e vi lasciamo con il suo racconto: “L'importanza della parola amore”.


Quel pomeriggio Lavinia era particolarmente nervosa. Si alzava dalla poltrona della scrivania, girovagava per la stanza, guardava fuori dalla finestra dell’ufficio posto al settimo piano di un imponente edificio e poi si risedeva per ripetere quello strano copione dopo un minuto. 
Odiava quel giorno la dolce Lavinia. Da quando Marco, il suo ex fidanzato, l’aveva lasciata, la sua vita non aveva più senso. Lavinia credeva nell’amore e quando conobbe Marco si accorse di aver finalmente trovato l’uomo giusto. Con lui aveva creato una perfetta sintonia. Erano come due violini in un’orchestra, suonavano sempre all’unisono emettendo suoni dolci e melodiosi e il risultato era un concerto strepitoso nel quale i loro occhi e i loro cuori cantavano per loro. Un giorno però il concerto finì. Marco si era innamorato di un’altra donna e, proprio il giorno di S. Valentino, esordendo con la celebre frase: “Ti devo parlare”, confessò tutto a Lavinia e le loro strade si divisero.
A distanza di un anno Lavinia non era riuscita a superare il trauma e ad andare avanti. La bellezza non le mancava così come gli ammiratori, ma la giovane, dopo la prima uscita, trovava in loro sempre qualcosa di sbagliato e non li richiamava. Preferiva restare chiusa nel suo dolore, giurando a sé stessa che non avrebbe amato nessun altro, poiché il suo Marco, per quanto l’avesse fatta soffrire, restava sempre il suo unico vero amore.
Lavinia pregava che quella giornata passasse in fretta e che i negozi togliessero dalle vetrine quelli odiosi biglietti con su scritte frasi d’amore. <<Dovrebbero pensare a quanti l’amore non ce l’hanno.>> pensava mentre passava dinanzi all’ennesima vetrina addobbata a festa. Per fortuna non mancava poi molto per essere a casa, così si sarebbe potuta sedere sul divano e guardare uno dei soliti film strappalacrime per donne single che trasmettono la sera di S. Valentino. Lei l’amore l’avrebbe visto solo nei film…
Lavinia entrò in casa e notò una luce soffusa provenire dal soggiorno. Col cuore che le pulsava si avvicinò, senza fare rumore, alla stanza. Una figura maschile la attendeva. Era di spalle, ma lei l’avrebbe riconosciuto tra mille. Fisico possente e capelli biondi. Sul tavolo una cena, sicuramente appena cotta, attendeva di essere consumata e, tra le pietanze, un enorme bouquet di rose rosse era pronto per essere racchiuso tra le braccia di una donna innamorata. Lavinia non credeva ai suoi occhi. Da una parte avrebbe voluto cacciarlo di casa, dall’altra, invece, era convinta che si fosse appena realizzato un sogno. Continuando a non fare rumore gli si avvicinò, sfiorandogli la spalla. L’uomo si voltò e i loro sguardi si incrociarono. Contemporaneamente, come per magia, nella stanza si diffusero le note della canzone “E ritorno da te” di Laura Pausini. <<Cosa significa tutto questo?>> chiese Lavinia usando un tono tra il felice e lo spaventato <<E ritorno da te perché ancora ti voglio… Lavinia io non riesco a smettere di pensare a te. Riusciresti a cancellare il passato?>> gli chiese apprensivo <<L’ho già fatto.>> rispose lei dolcemente. Aveva paura, ma, per una volta, lasciò che fosse il suo cuore a parlare per lei. E un sensuale bacio sancì l’importanza delle loro parole.
Lavinia sobbalzò. Guardò intorno a sé la casa avvolta dalle tenebre e sbadigliò con aria desolata, mentre sullo schermo della televisione scorrevano i titoli di coda di un noiosissimo film. Spense la televisione, si alzò dal divano e si infilò sotto il suo caldo piumone. Poi chiuse gli occhi.
S. Valentino, anche per quell’anno, era trascorso.

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