venerdì 14 febbraio 2014

Concorso "Frecce d'inchiostro per San Valentino" - 1° PREMIO RACCONTO BREVE

MANUELA DICATI

"UNO SGUARDO PER INNAMORARSI"


 vince l'ebook "L'amuleto di giada" di Ginevra Wilde 

 


Accidenti! Stava buttando giù il finimondo e la macchina era ancora lontana. Il vento rendeva impossibile aprire l’ombrello e le pozzanghere mi avevano completamente bagnato le scarpe da ginnastica. E che altro potevo aspettarmi dalla serata di San Valentino. Quella stupida e ridicola festa non faceva che perseguitarmi. Ogni anno, per non essere tormentata dalle mille coppiette felici che si scambiavano regali ed effusioni immerse nel loro mondo di cuori palpitanti e arcobaleni di felicità, mi tappavo in casa a guardare la tv, cercando di non pensare a quanto mi sentissi sola. 25 anni e single cronica in un mondo di coppie: amici, colleghi, famiglia. Ognuno sembrava aver trovato la sua anima gemella…tranne me.
Correndo a testa bassa lungo il marciapiede, con il vento gelato che mi frustava la faccia e mi schizzava addosso la pioggia incessante facendomi lacrimare gli occhi, non mi accorsi dell’ostacolo davanti a me. Inciampai e caddi in ginocchio finendo di bagnare quei pochi centimetri di abiti che resistevano all’invasione della pioggia. Un flebile guaito richiamò la mia attenzione sovrastando la sfilza di imprecazioni che mi stavano per uscire dalla bocca. Mi voltai e una carezza calda e umida mi toccò il viso. Sbattei le palpebre confusa e mi ritrovai in ginocchio con il viso a pochi centimetri da due occhioni marroni che mi guardavano con estrema tristezza, ma accesi da una punta di speranza.
Ecco il mio ostacolo: un cucciolo di cane, di circa 1 mese; un piccolino dal pelo rado e fulvo, debole e palesemente denutrito, con la coda tra le gambe in segno di paura e sottomissione. Chi poteva essere il bastardo che aveva abbandonato quel tenero cagnolino in pieno inverno? Chissà da quanto vagabondava. Lo guardai senza riuscire a parlare. Cosa potevo fare? Io non ero tipo da animali domestici. Nove ore al giorno fuori di casa, sempre al lavoro e di corsa… non potevo prendermi cura di lui. Il cucciolo mugolò ancora e quel suono mi trafisse il cuore e l’anima. Era fradicio e solo, proprio come me. Non potevo lasciarlo lì. Sarebbe morto di fame o dal freddo o ucciso da una macchina. Quegli occhi spaventati e tristi continuavano a fissarmi e quando mi leccò nuovamente in un timido bacio, capii che il mio destino era segnato. Lo presi in braccio e lo nascosi sotto la giacca per dargli un minimo di protezione. Poi corsi più velocemente possibile alla macchina col mio piccolo e fragile fagottino accoccolato sul mio petto.
Mi precipitai a casa e deposi il cucciolo sul divano (al diavolo se era sporco e bagnato), e iniziai a frizionarlo con un asciugamano pulito.
-Non preoccuparti piccolo. Ora ci penso io a te.
Per tutta risposta mi meritai un’altra leccata e questa volta la sua coda mostrò la sua dolce gioia. Mi presi cura di lui, recuperai qualche cosa per farlo mangiare e poi pensai anche alle mie pietose condizioni. Mi sedetti anch’io sul divano stanca ma soddisfatta e lui si rannicchiò sul mio grembo. Fuori il temporale era diventato un vero e proprio nubifragio e rabbrividii al pensiero della fine che avrebbe fatto se non lo avessi preso con me. Lo guardai. Ripulito e asciutto era proprio un amore e una volta che avesse messo su qualche kilo sarebbe stato un vero splendore. Anche lui mi guardò e in quell’istante nei suoi occhi lessi pura gioia. Strofinò il musetto sul mio petto e poi si addormentò ronfando come un bimbetto. Il calore del suo corpicino stretto al mio era così bello che in quel momento mi sentii veramente felice. Forse non ero stata io a trovare lui ma lui aveva trovato me, forse Dio ci aveva messi sulla stessa strada in una gelida sera d’inverno. Non lo sapevo, ma di una cosa ero sicura: nessuno dei due sarebbe più stato solo.
-Dormi piccolino. Ora ci sono io. Dormi mio piccolo Valentino.

 Congratulazioni all'autrice!

1 commento:

  1. Grazie, veramente! Sono strafelice. Che bel San Valentino. Ora non mi resta che andare a festeggiare con mio marito

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